Inizio Professione mugnaio R1
Fin dal '500 la professione di mugnaio veniva tramandata di padre in figlio, essendo una garanzia di lavoro sicuro e di guadagno onesto.
Raramente il proprietario era il mugnaio stesso: nella maggior parte dei casi lo erano nobili, ecclesiastici e congregazioni religiose.
I proprietari laici a Malnate, secondo il censimento dell'ing. Barca del 1608, erano 8 e complessivamente 206 lungo tutto il corso dell'Olona.
Nel '600 e per buona parte del '700 i proprietari, in genere, affidavano il compito di gestire i mulini ad altre persone che avevano il tempo di dedicarsi a questa attività, i cosiddetti livellari.
Il lavoro vero e proprio di mugnaio veniva svolto dai conduttori.
I livellari fungevano da tramite fra questi ultimi e i proprietari: riscuotevano l'affitto, pagavano i diritti ai proprietari, controllavano che venisse eseguita la regolare manutenzione.
Anche la condizione di livellare era trasmissibile da padre in figlio, secondo una pratica ancora feudale. Veniva a cessare quando non vi erano eredi maschi.
Tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, questa tradizione si interruppe: molti livellari o anche gli stessi conduttori, iniziarono ad acquistare i mulini.
Nel 1772 le proprietà ecclesiastiche erano notevolmente diminuite; nel 1881, secondo una statistica dell'ing. Mazzocchi, fra i proprietari, non figuravano più nobili ed ecclesiastici.
Nello stesso periodo un nuovo ceto imprenditoriale e mercantile andava acquistando case e terreni.
L'interesse cadde anche sui mulini (V. setificio Lesmo di Clivio).
Per entrarne in possesso venivano offerte, spesso, somme elevate.
Lo scopo era quello di trasformarli per realizzare nuovi opifici le cui attività richiedevano le risorse idriche dei fiumi locali.
Nel Parco della Valle del Lanza vorrei...

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