Inizio | La valle dei Mulini | R1 | ||||
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Poiché l'acqua garantisce la sopravvivenza degli esseri
viventi, da sempre ha avuto nella storia dell'uomo un ruolo
essenziale; basti ricordare che le più antiche
civiltà si sono sviluppate proprio grazie al legame
stretto con grandi fiumi: il Nilo, il Tigri e l'Eufrate, l'Indo,
il Fiume Giallo, e così via. I corsi d'acqua sono stata sfruttati per bere, lavare e irrigare i campi, non solo , ma anche come via di comunicazione e a volte anche come strumento di difesa. Venendo al nostro territorio, dobbiamo rilevare che il tracciato naturale che , partendo da Milano, risale la pianura lungo il corso dell'Olona e prosegue all'interno della Valmorea proprio lungo l'asta valliva del Lanza, era in passato una via di transito verso i territori d'Oltralpe. Lungo il corso del fiume ci si imbatte in piccoli borghi, cascine ed ex mulini che ne costituirono l'ossatura insediativa e testimoniano l'intensa attività agricola che si svolgeva sulle sue sponde. Già nel Medioevo la Lombardia si configura come una regione adatta alla costruzione e all'utilizzo di mulini idraulici, sia per l'abbondanza di acque correnti che per la diffusione di colture cerealicole, che forniscono buoni raccolti per il tipo di terreno e di clima. Sul corso del fiume Lanza i primi mulini sono documentati a partire dal '500. I mercati di grano che rifornivano perlopiù i mugnai della valle erano situati a Guanzate e a Saronno. Alcuni di questi edifici sono oggi scomparsi, ma ne possiamo vedere la maggior parte, malinconici casolari fatiscenti oppure ristrutturati, più o meno rispettando l'antico impianto, e convertiti in fattorie, maneggi, abitazioni, con le grosse macine di molera che fanno bella mostra di sé nei prati e tra i fiori. Alla Folla di Malnate abbiamo invece un mulino che ha resistito orgogliosamente alle ingiurie del tempo, alle piene del fiume e ad ogni operazione di "ammodernamento", risultando tuttora funzionante: il mulino Bernasconi. |
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